Dialectatron punto VST lyrics

Songs   2024-09-12 12:26:32

Dialectatron punto VST lyrics

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Siamo quelli che

Quando entrano all'interno del raccordo

Quello grande

Quello anulare

Automaticamente cominciano a parlare

Coll'accento della capitale

Per imitazione, per

Voglia di parlare in modo che

Diverso

Ci trasformi nel nostro ipotetico alter ego se noi fossimo di qui

De certo

Nun te devi impressiona'

Nun me chiamare stronzo

Se me magno pezzi del discorso tuo

E te li vomito tutt'addosso

Devi da capi'

Che anche er più purista der dialetto nordico

Quando arranchi dentro al traffico te grida "li mortacci"

E poi "sticazzi"

E poi "ma va' a morì ammazzato"

E nun ce scaja manco se te presenti tu, romano

E je fai presente che il suo dialetto è il tuo

E noi siamo sul raccordo

E non smettiamo più di interregionalizzarci

Pervasi dai dialetti forti

Leggendo i cartelli delle industrie local

Ed inventandovici sopra una storia

Ogni città, ogni zona è sempre nuova

Ed impariamo distinzioni

Tra le sfumature linguistiche dei luoghi

O gli abissi che ci sono tra romani e marchigiani

Zoppicando a pronunciarli, ma provandoci

E forse devi da capì

Le differenze tra uno che parla dell'est

E uno che sta all'ovest

Tra quelli che è di Roma

E quelli che è maceratesi

E nun importa dove le persone è nati

Se hanno [?] espressioni dialettali

E nun è 'mpussibile imbarà

Nun te dic' na bucìa

Sei tu che forse hai questa distinzione netta

Fra chi italiana e chi dialetta

Sei tu che dimostri appartenenza e manchi di rispetto a quegli apolidi che

Ormai sono in maggioranza

Anche se chi è un innesto

Non ha bisogno né di rispetto né di disprezzo

E si fa infettare presto dal fraseggio che tu parli svelto

Non sospettando affatto che io ti comprendo benissimo

Sì, guarda che ho capito cumpa'

Io 'rice cumpa'

Ma o' saccio bene che tu me vide come un estraneo alla tua comunità

E c'agg fa mo'? Me trasferisc'?

Così viv' tutte e storie in miezz a vie e mezza vita la passo ad adattarmi

E l'altra mezza cumm nu strunz' a dilaniarti i luoghi comuni di cui ora ti lamenti

Ora li salvi

Perché li credi importanti e non puoi abbandonarli

No, sarebbe troppo sbatti

E poi gli autoctoni mi guardano quando faccio quattro passi

Mi ricordano che io non son di qui

Massacrandomi di sguardi

Come se passando io violassi i loro spazi

Come se la mia presenza gli levasse residenza e identità dalla carta di

La tua famiglia è qui da secoli

La mia famiglia ha provenienza sparsa da ben più di quattro angoli

Sono un nomade stanziale

Appaio come un forestiero in ogni paese in cui vado ad abitare

Persino nella mia città natale

La mia lingua è un collage

La tua è gonfiata di collagene

Sono fissato con la genesi della parola

Non con l'igiene della stessa

E tu per agitare quella massa di persone già convinte

Fai passare me per un purista di una lingua priva di inflessioni

Solo perché uso il temine inflessioni

Mentre tu fai le flessioni

Io non salgo sulle navi di crociate per gli apostrofi

Pur sapendo dove metterli

Ma nemmeno navigo i baretti alla ricerca di quei motti

Custoditi dai vecchietti e

Non ti aspetto se aspetti di capire

Leggendo uno solo degli aspetti

Quando non aspetti di vedere gli altri

Te capì?

Sun minga un stupit

[?] sape' niente

Ti te parl cume te veret

Pudaria esse un magutt, muratore

Od un cummenda, imprenditore

E vusa no, cucumer

Che ti capisco uguale

Ma te set propri un gras de rost

Un narigiatt [?]

Un narigiàtt cun seù ul zùcru

E 'sta difesa della lingua e del dialetto si disperde

Come tutti gli atti di purismo avviene

Sul cadavere morente di ciò che si vuol difendere

Quanto più c'è di inventato

Quanto più c'è di mischiato e trasmodato

Tanto più la lingua resta in grado di adattarsi alle vite dei parlanti

E l'italiano corretto non esiste

La correttezza è al servizio delle lingue

E serve solo per capirsi e per capirle

Imparare i rapporti di consequenzialità dei tempi

Serve solo per articolare pensieri sempre più complessi

Non a portare avanti quell'essere corretti

Che ti insegnano i maestri

E che serve al solo scopo di non essere corretti quando scrivi temi

Oppure a ridere di chi non coniuga i tempi verbali sentendosi geni

Quando parli con me

Devi farti un po' più sveglio per capire le sottigliezze del neologismo estremo

Che non sono solo vezzi od esercizi

Bensì contengono il pensiero che

Va più veloce della lingua

Un purista non distingue un errore da un'evoluzione perché mangia solo crusca

Perché crede che la lingua giusta esista

Ma sui libri la parola è ferma, non si muove

Voglio nuovi generi nelle letterature

In cui trionfino il parlare e la trasmissione orale

Dove non ci sia un oggetto come il libro come riferimento

Ma solo ciò che ho appena detto e tu rispondi o statti zitto

E tu chiedimi perché uso un po' del tuo dialetto

Perché uso la parola swag in un modo non corretto

Sarà forse che lo slang è nato privo di riferimento

Senza le pretese di un insegnamento

Si può prenderlo e reinterpretarlo a seconda del momento

Io non scrivo punchline ad ogni verso

Io ti sto parlando per cui devi stare attento, stronzo

E non lo sai? Non sono il solo

C'è qualcuno che fa meglio

C'è qualcuno che ad esempio ti riscrive dal didentro

Lo sciacquare i panni in Arno

  • Artist:Uochi Toki
  • Album:Il limite valicabile (2015)
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  • country:Italy
  • Languages:Italian, English, French, Latin+3 more, Italian (Central dialects), Italian (Northern dialects), Italian (Roman dialect)
  • Genre:Alternative, Hip-Hop/Rap, Industrial, Punk
  • Official site:https://www.fiscerprais.com/uochi/
  • Wiki:https://it.wikipedia.org/wiki/Uochi_Toki
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